Fino al 30 luglio è possibile visitare la mostra con le opere degli Scalpellini, cavatori e lavoratori della pietra arenaria di Montovolo estratta dall’omonima cava. Questi uomini, attraverso i secoli, con la fatica e il sudore hanno plasmato la materia e trasformato pietre in opere d’arte.
Continua fino a domenica 30 luglio, presso il Borgo storico di Campolo, la mostra delle opere degli Scalpellini, con la possibilità di visionare l’installazione fotografica per le vie del borgo dedicata agli Scalpellini di Campolo e dintorni, dalla collezione di Maurizio Nicoletti.
L’iniziativa vuole rivalorizzare, facendo conoscere a un ampio pubblico, la tradizionale e antica tecnica di lavorazione della pietra arenaria, un materiale molto diffuso in Appennino, che può essere validamente usato non solo in edilizia ed architettura, ma anche in espressioni artistiche, grafiche e decorative.
La sua origine risale all’epoca classica e giunge a noi grazie alla tradizione dei Mastri Comacini dal Medioevo in poi, e alla più recente esperienza degli scalpellini di Montovolo, tra Ottocento e anni Settanta del Novecento. La tradizione dei taglia pietre, scalpellini e scultori della pietra, è ciò che maggiormente ha contribuito nei secoli a fare del territorio bolognese, come del resto di gran parte del territorio italiano, un vero modello di armonia paesaggistica e artistica. Il confine tra arte e artigianato qui non esiste e l’equilibrio tra uomo e natura possono ancora percepirsi in queste opere scolpite nella pietra arenaria.
La mostra è aperta fino al 29 luglio dalle ore ore 16.00 alle ore 18.00. Mentre domenica 30 luglio, dopo il concerto all’alba previsto a Montovolo – organizzato nell’ambito di Spaesaggi festival – e la visita all’oratorio di Santa Caterina, dalle 8.00 alle 10.00 (e dalle 16 alle 18) si può trovare la mostra aperta e quindi fermarsi per guardarla al ritorno a piedi.
L’evento fa parte del progetto Da Campolo – l’arte fa Scola finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, organizzato dal Comune di Grizzana Morandi e dall’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna per contribuire alla costruzione di un nuovo sistema territoriale a matrice culturale e artistica.
“L’obiettivo di questa mostra è quello di riscoprire l’antica tradizione degli Scalpellini e a tal proposito ringrazio tutti i soggetti che hanno collaborato, fra i quali l’associazione Ciancabilla. Questo è il primo passo verso la realizzazione di una Scuola di Scalpellini permanente. Per noi, infatti, sarebbe un successo enorme operare i restauri previsti dal progetto Da Campolo – l’arte fa Scola anche con la pietra di Montovolo”, ha dichiarato Franco Rubini, sindaco di Grizzana Morandi